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Festival Internazionale dell'Arte di Strada - 26a edizione

CEOLINI, 6 - 7 Luglio 2024


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Concorso fotografico nazionale.

1989 - 2018

 

Pane e rose, si diceva. Cibo per il corpo e cibo per i sensi e lo spirito. Per tutti quelli che ne sentono la necessità. Così nasce l’idea di affiancare al Pic Nic di Ceolini, la festa di tutto un paese, il Concorso Fotografico Nazionale correva l’anno 1989.

 

Un’occasione per chiedere ai fotografi amatori un impegno e lo stimolo per affrontare un tema - tenacemente scelto con una sola parola ancor oggi: Contrasti, Acqua... - usando una fotografia ancora solo analogica, con la pellicola. Collaborano il Circolo Culturale di Fontanafredda e Foto Wanda il primo studio fotografico nel comune (aperto dal 1947). Il concorso è già aperto a tutti e arrivano concorrenti anche da altre regioni grazie alla pubblicità sulle riviste di fotografia. Un particolare che ora sembra lontano: i concorrenti spediscono le foto e allegano i francobolli quando ne chiedono la restituzione.

 

La forma è classica, con una giuria di varie sensibilità, che prima osserva indipendentemente le immagini e poi si confronta su una rosa abbastanza ampia di fotografie, le più segnalate dai singoli giurati. Fino alla graduatoria finale, che può lasciare convinti o meno; chi conosce le cose delle arti sa che una graduatoria è solo una delle possibili, certo con componenti oggettive ma non davvero oggettiva, ma sa anche che non è così importante. Perché il percorso è importante, non la meta: il confronto con il tema, spulciare il proprio archivio fotografico o dedicarsi ad inseguire con lo sguardo quell’argomento, quel soggetto, evitando ovvietà, cercando di dare il proprio contributo.

 

Dopo alcuni anni, l’organizzazione ha spostato la valutazione sull’autore e sull’insieme delle fotografie inviate, mentre agli inizi prevaleva la singola immagine, quella più efficace. Questo ha portato in evidenza serie di tre o quattro scatti che gravitano attorno al tema e ha messo in evidenza fotografi più impegnati, un po’ oltre al singolo scatto fortunato.

 

Anche da amatori, le cose dell’arte richiedono determinazione, evitando si faccia cocciutaggine. Perché in trent’anni il mondo cambia e diventa necessario sia continuare un’idea, sia innovarla. La fotografia digitale è stata un cambio significativo, ora si usano strumenti potenti per cambiare le immagini e un po’ cambia anche il modo di immaginare. Le foto ora sono spedite come file e l’organizzazione provvede a una stampa senza ulteriori modifiche, ancora su un supporto cartaceo.

 

Supporto fisico, cartaceo che sta tornando di moda e al quale tanti fotografi amatori dovrebbero ripensare perché l’archivio digitale è effimero: basta un attimo e può sparire; invece, una stampa ha durata mediamente superiore e dà anche l’occasione di rivedere casualmente quell’immagine.

 

Trenta edizioni in trent’anni implicano una rete di persone, di forze che danno diversi contributi e sostegni. Voglio ringraziare l’Associazione Sportiva Ceolini, il Circolo Culturale di Fontanafredda, Foto Wanda quali organizzatori, gli sponsor, i componenti della giuria che si sono susseguiti negli anni, i fotografi, il Comune di Fontanafredda e quanti hanno collaborato in questo lungo percorso. Un sentito grazie ai poeti del gruppo Majakovskij che con le poesie, presenti in questo libro fotografico, hanno interpretato i temi proposti ogni anno dal Concorso Fotografico.

 

Gabriele Rossetti

Trent’anni Di Sguardi Nel Tempo

 

 

Trent’anni sono un lasso di tempo davvero notevole per un Concorso fotografico che si svolge in un piccolo centro come Ceolini! Un’eccezione rispetto alla durata media di simili manifestazioni. E sono anche un periodo sufficientemente lungo per fare delle considerazioni scorrendo le decine e decine di immagini che si sono distinte, fra le tante partecipanti, per la loro qualità e inventiva.

 

La Fotografia richiede la capacità di “saper vedere”, di saper scegliere “quanto basta” nel caos generale di segni, forme, colori che ci circonda, o che a volte addirittura ci ubriaca. Questa capacità selettiva si può anche chiamare semplicemente “sguardo”, inteso non in senso superficiale e quindi riduttivo, ma piuttosto come capacità di isolare, per vedere meglio. Lo sguardo fotografico deve fare i conti con variabili temporali molto ampie, sia tecniche (dal millesimo di secondo alle ore) sia concettuali (dal fermare l’attimo al dare conto della lunga durata di un’azione). È dunque la concezione del tempo ciò che spesso caratterizza e differenzia un tipo di fotografia da un altro. In questa galleria d’immagini abbiamo infatti un’ampia campionatura di come il tempo possa essere “scritto” in Fotografia.

 

Altra caratteristica variabile del mezzo fotografico è la possibilità di scegliere fra Bianco-Nero e Colore e, di nuovo, questa retrospettiva di premiati ci dice esaurientemente come e in quanti modi si possa modulare il linguaggio della Fotografia, in base alle capacità tecniche, ma anche alla espressività intima e profonda dei singoli autori.

 

Certo non si può negare che alcune immagini appaiono ai nostri smaliziati occhi di oggi, drogati da milioni d’immagini che ci vengono propinate dai media, come nettamente “datate” rispetto al gusto attuale. Ad esempio alcune immagini con colori nettamente “sgranati” o pittorici, che ci fanno quasi sorridere se comparate con gli effetti spettacolari della post-produzione odierna. Oppure dei bianco-neri “ad effetto” ottenuti con le pellicole all’infrarosso, che in passato costituivano una novità e che ormai non destano più lo stupore di una volta. O ancora l’uso di ottiche grandangolari spinte, magari appena uscite sul mercato, anche queste ormai già “digerite” dai nostri occhi sempre affamati di novità.

La stragrande maggioranza delle immagini, comunque, a onor del vero, regge ancora la sfida con il tempo e si lascia apprezzare per la creatività e la forza comunicativa: buon segno! Segno anche di un’attenta selezione e di un buon lavoro svolto dalle giurie nel corso degli anni.

 

Arrivati a questo punto, però, non si può fare a meno di registrare una profonda mutazione nel panorama amatoriale dei concorrenti. Il mondo è cambiato, soprattutto nell’ultima decina d’anni. La cosiddetta rivoluzione digitale ha mutato e sta ancora mutando la Fotografia, soprattutto nelle sue modalità di ripresa e di fruizione. Inutile spiegarlo, sappiamo tutti cosa è successo e allora anche il Concorso classico “soffre” di questa mutazione: i giovani oggi sono tutti sui social network dove “condividono” (questa è la nuova parola magica) la Fotografia e la “consumano” con atteggiamento a volte bulimico.

 

Non sappiamo come il Concorso di Ceolini si trasformerà, ma certamente dobbiamo un grande Grazie a chi ci ha creduto, come partecipanti e come organizzatori, per così tanti anni!

 

Guido Cecere