Sebastião Ribeiro Salgado nasce nel 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick.
Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo.
Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo.
Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale - che era a rischio di sparizione - una larga area in cui sono stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire.
Spettacolari scatti in bianco e nero sulla natura, i paesaggi, le popolazioni indigene meno conosciute per documentare nell’insieme i cambiamenti e le problematiche ambientali e raccontare la grande bellezza del nostro pianeta in una sorta di atlante antropologico.
Un’attenzione particolare è riservata alle popolazioni indigene vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana dove Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per poter raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia con gli elementi del proprio habitat.